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Il libro vuole essere una dedica semplice e diretta all’amicizia che ha legato l’autrice per oltre vent’anni all’artista-casellante Rocco Antonio D’Aversa in arte “Puccetto”. Ventuno anni di bene e di rispetto innanzitutto, che hanno dato vita a questo progetto fotografico desiderato, pensato e voluto insieme. Puccetto, artista e casellante nato e deceduto a Tricase (1957-2023), è il protagonista di questa narrazione. La sua giovinezza è stata un pellegrinaggio inquieto attraverso l’Italia e l’Europa, tra strade scoscese e ferite che gli hanno scavato l’anima.
Nel suo ritorno a Tricase, al casello 34 delle Ferrovie del Sud-Est, la sua vita è fiorita in uno spazio sospeso tra il mondo e il sogno. Lì, davanti ai treni in transito, ha creato un regno di colori e pensieri. L’arte, per lui, non era mestiere né titolo, ma un respiro libero. Si definiva “un imbrattatore di pezze,” e così, senza cornici o confini, i suoi dipinti prendevano vita su juta, lenzuola, cassetti e legni abbandonati. Il gesto, simile a un vortice, lo avvicinava all’anima del mondo, un’eco lontana dell’astrattismo di Pollock, ma più selvaggia, più autentica, come terra e vento del Sud.
Puccetto è stato anche un cantastorie della propria esistenza. Nei suoi monologhi, diventava attore e poeta, liberando emozioni che trovavano spazio dove le parole quotidiane non bastavano. I suoi quadri hanno viaggiato, esposti in gallerie prestigiose, apprezzati da artisti e collezionisti, tra cui l’attrice Helen Mirren. Ma il suo cuore restava nel casello, ribattezzato “rifugio peccatori,” un luogo che parlava di incontri, sogni, e creazioni. Molti importanti critici d’arte lo hanno accostato, per il suo stile pittorico, alla creatività di Jackson Pollock. Diversamente da quest’ultimo, Puccetto è molto distante dalla vita e dagli studi che Pollock ha avuto la possibilità di approfondire, lui è stato un autodidatta, lontano da qualsiasi nozione d’arte e di tecnica pittorica. Ha utilizzato l’astrattismo per puro fluire di tutte le emozioni e l’action painting è stato più semplicemente il suo gesto liberatorio, il suo modo di fissarle su tela o su ogni supporto che decideva di utilizzare: lenzuola, tovaglie, cassetti, ante di legno, pannelli di polistirolo.
Puccetto è stato anche autore di molti monologhi nei quali ha raccontato la sua vita che ha messo in scena dando vita ad esibizioni molto toccanti e coinvolgenti.
Il volume fotografico è articolato in cinque sezioni che costituiscono altrettanti frammenti rappresentativi della vita e delle opere di Puccetto.
“Sul piano operativo, Loredana Moretti si muove come una detective. È abile nell’inseguire le vicende del casellante artista Puccetto. Scatto dopo scatto mette in fila quelle dinamiche utili a comprovare il suo lascito artistico, realizzato nel casello 34 delle Ferrovie del Sud Est, mentre transitavano i treni. Una vita segreta, finalmente svelata.” [Denis Curti].
E così appare il luogo di lavoro di Puccetto, il casello di Tutino che si trasforma di volta in volta in spazio d’incontri, “rifugio peccatori” come lui stesso amava definirlo vergandolo con la vernice sulle pareti del casello e poi nell’atelier delle sue creazioni dove le pitture diventano pavimento e le pareti tele sulle quali “gettare” colori e scrivere versi.
Proseguendo nel racconto per immagini ritroviamo le sue performance teatrali che lo vedono attore oltre che autore rappresentando l’altra sua parte creativa attraverso la quale liberare le sue emozioni.
La sezione dei ritratti di Puccetto mette in evidenza la sua figura fortemente carismatica, il suo sguardo diretto e senza filtri che sembra parlare anche nei silenzi.
L’ultima parte del libro racconta dell’assenza di Puccetto. Le immagini sono state realizzate dopo la sua morte, il giorno prima della chiusura definitiva del casello. Puccetto non c’è più, eppure è ovunque. Il suo casello è diventato un tempio laico della creatività, un luogo che conserva i suoi passi e le sue emozioni. Questo libro è un viaggio tra i colori e le ombre di un’anima irripetibile, un omaggio alla persistenza della bellezza, che resiste al tempo come il vento sui muri dipinti di un piccolo casello salentino.
La mostra potrà essere visitata dal 6 Dicembre 2024 al 6 Febbraio 2025
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